Il mondo reale viene visto come uno spazio costituito da infiniti punti: a ciascun punto è possibile associare la misura di una variabile che descrive un fenomeno continuo nello spazio (es: temperatura, precipitazioni, quota, ecc...). Poiché definire il fenomeno con una funzione matematica che associ a ciascun punto dello spazio un valore è pressoché impossibile, si procede per approssimazione partizionando lo spazio in un numero finito di regioni. Lo spazio viene così suddiviso in celle regolari, senza buchi né sovrapposizioni, per poi misurare il valore che la grandezza, che esprime il fenomeno, assume in ciascuna zona in cui è stato partizionata e attribuirla alla cella in oggetto. La griglia di celle viene definita raster: ogni cella ricopre una porzione del territorio.
Il raster è una griglia di celle. La posizione di ciascuna cella è definita dal numero della riga e della colonna: ogni cella ricopre una porzione del territorio. A ogni cella in un file raster è assegnato un solo valore, che descrive il tipo di oggetto o la condizione del fenomeno rappresentato di una determinata area. Solitamente la singola cella viene visualizzata sul monitor come un quadrato colorato: a ciascun colore è associato l’attributo che si vuole rappresentare. Il valore attribuito alla cella può venire assegnato con criteri diversi, ad esempio: valore della misura nel punto centrale, valore dell’attributo prevalente, ecc.
Per rappresentare: